SCIOPERO ALL'ILVA DI GENOVA CORNIGLIANO

 

L'Ilva di Taranto è la fabbrica più grande di Europa, oltre

che una delle più nocive per la popolazione che vive nei

quartieri a ridosso delle sue ciminiere; la nocività

ambientale, però, non è certamente l'unica addebitabile a

padron Riva, come dimostrano le numerose sentenze di

condanna a carico dei titolari dell'azienda, emesse dalla

magistratura per nocività a danno dei lavoratori: mobbing -

esemplare in questo senso la vicenda dei settanta esiliati

alla palazzina LAF, senza fare alcunché, di qualche anno

fa - metodi da caserma, mancanza delle più elementari

misure di sicurezza - tanto che lo stabilimento pugliese

detiene il triste primato delle morti sul posto di lavoro.

Anche a Genova, nel quartiere di Cornigliano, esiste - sin

dal dopoguerra - un sito Ilva, dismesso in parte qualche

anno fa; qui la situazione ambientale è sempre stata

tragica, con il quartiere letteralmente invaso dalle

polveri provenienti dalle ciminiere che ricoprivano

l'intera zona circostante, anche se bisogna ammettere che

la situazione, a partire dagli anni 90, è migliorata

sensibilmente grazie ad alcuni interventi di installazione

di filtri sul tetto delle ciminiere.

In questi giorni lo stabilimento di Cornigliano è assurto

agli onori delle cronache per una vicenda che rende bene

l'idea di come Riva intende l'organizzazione del lavoro:

sette apprendisti, dopo 36 mesi di sfruttamento

all'inverosimile sugli impianti con la speranza di una

riconferma in azienda, sono stati mandati a casa,

nonostante Riva avesse deciso, in un primo momento, di

confermarne tre.

Immediata è stata la replica dei lavoratori che, su

indicazione dei sindacati presenti nel sito genovese -

Fiom, Fim, Uilm e Failms - sono scesi in sciopero ad

oltranza in solidarietà con i loro compagni.

A questo punto l'azienda ha dovuto fare parzialmente marcia

indietro, proponendo l'assunzione di tutti e sette i

lavoratori a Genova ma con la sede di lavoro nell'altro

sito di Novi Ligure (AL), che dista dal capoluogo ligure

circa settanta chilometri: il problema è, però, che non

intende riconoscere loro i 31,00 Euro giornalieri che gli

deve in quanto trasfertisti.

In queste condizioni i sindacati hanno confermato la

prosecuzione dello sciopero <perché non è accettabile che

ci siano lavoratori di serie A e lavoratori di serie B>

come afferma il segretario provinciale genovese della Fiom,

l'esponente di Lotta Comunista Grondona.

Notizia di venerdì 11 aprile è che il prefetto genovese,

Anna Maria Cancellieri, ha chiesto all'azienda ed ai

sindacati <un atto di responsabilità, una pausa del

confronto e la cessazione delle ostilità, per evitare che

esploda di nuovo la tensione con blocchi e manifestazioni

nelle strade, proprio nei giorni in cui si aprono le urne

per votare il nuovo governo> (si veda il "Corriere

Mercantile" di sabato 12 aprile, pagina 6): i sindacati

hanno subito dato seguito a tale richiesta, sospendendo

l'agitazione fino a martedì 15, dimostrando ancora una

volta la propria subalternità ai partiti politici della

falsa sinistra, che non possono certamente permettersi di

far vedere momenti di lotta di classe proprio quando

dichiarano che essa non esiste più.

Da oggi abbiamo una motivazione in più per sostenere la

nascita e la crescita di un vero sindacato di classe, fuori

e contro tutti i partiti della falsa sinistra borghese.

 

COSTRUIAMO E POTENZIAMO LO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI

CLASSE IN TUTTE LE REALTA' LAVORATIVE ITALIANE.

 

 

Genova, 12 aprile 2008